Articolo Storie di H2020 – Lotta alle contaminazioni: parla pugliese MycoKey, il progetto sulla sicurezza alimentare

Storie di H2020 – Lotta alle contaminazioni: parla pugliese MycoKey, il progetto sulla sicurezza alimentare

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Oltre 300 ricercatori, 32 partner tra imprese, enti di ricerca e associazioni, 14 paesi di 4 continenti e una durata di 4 anni: sulla carta MycoKey è un progetto che ha i numeri per risultare di successo. E la Commissione europea, attraverso Horizon 2020, lo ha già premiato con 6,4 milioni di euro di finanziamento: dunque il 1° aprile si parte. A coordinare il progetto di ricerca e innovazione è l’ISPA, l’Istituto di Scienze per le Produzioni Alimentari del CNR, la cui sede principale è a Bari.

Il progetto propone un nuovo modo di affrontare e gestire il problema della contaminazione alimentare da micotossine, una questione assai rilevante a livello mondiale. Le micotossine sono sostanze biologiche tossiche prodotte da funghi presenti in colture agricole, derrate e alimenti, potenzialmente dannose per la salute umana e animale. Ne abbiamo parlato con Antonio F. Logrieco, direttore dell’Istituto e coordinatore di MycoKey.

“Al progetto l’ISPA apporta le competenze maturate nell’ambito strategico della sicurezza alimentare; allo stesso tempo, attraverso le attività di networking che MycoKey consoliderà a breve, la Puglia ha la concreta possibilità di confermare la sua posizione a livello non solo nazionale, ma anche internazionale, come luogo in cui la ricerca sulla sicurezza alimentare viene perseguita ad alti livelli”, afferma Logrieco.

Proprio il rafforzamento del ruolo del CNR nelle tematiche di ricerca sviluppate dal progetto è un obiettivo che già sulla carta pare centrato, vista la presenza di numerosi partner provenienti da Paesi non comunitari e, in particolare, dalla Cina. “Nel quadro di Horizon 2020, la Cina è molto interessata a partecipare anche con propri fondi a progetti in determinati ambiti scientifici, tra cui quello della sicurezza alimentare – spiega il coordinatore – Grazie a relazioni in buona parte preesistenti, MycoKey comprende una compagine cinese forte e strutturata con numerose istituzioni scientifiche coinvolte”.

Al progetto partecipano attivamente anche imprese e associazioni: con quali apporti e con quali impatti stimati nel prossimo futuro?

“La politica del CNR, pienamente declinata in MycoKey, è quella di unire ricerca di base e ricerca applicata – esordisce Logrieco – Naturale, quindi, che il fine sia quello di realizzare un effettivo travaso di conoscenze tra ricerca e impresa, allo scopo di rafforzare la prevenzione e la diagnosi veloce e a basso costo, sia in campo sia in tutto il processo di trasformazione e trasporto delle derrate alimentari”.

“L’industria è coinvolta in tutte queste fasi – prosegue il coordinatore – innanzitutto nel mettere a punto una metodologia basata su sistemi di rilevazione e diagnosi che utilizzi sensori, droni e satelliti; tutti i dati raccolti forniranno indicazioni su modelli previsionali, informazioni su come intervenire tempestivamente per combattere il diffondersi di contaminanti, esperienze di buone pratiche; attraverso una piattaforma ICT aperta e gratuita, già prima della fine del progetto questi dati saranno resi immediatamente disponibili a tutti gli operatori della filiera: agricoltori, trasformatori e trasportatori”.

Dunque, MycoKey punta ad introdurre nel panorama mondiale un sistema integrato di soluzioni per la prevenzione e gestione del problema della contaminazione alimentare da micotossine, ampliare e armonizzare le conoscenze globali sulla sicurezza alimentare, consolidando un network internazionale di alto profilo.

A chi ha presentato al finanziamento di Horizon 2020 una proposta risultata di successo chiediamo cosa il pubblico possa fare per incrementare i tassi di successo delle proposte, soprattutto in Italia, soprattutto in Puglia.

“Quando si sottopongono proposte per un finanziamento europeo, gli elementi che maggiormente possono determinarne il successo sono l’agire un passo alla volta e mettere a valore innanzitutto la capacità di fare squadra a livello territoriale, il bagaglio di conoscenze e competenze di alto livello e le esperienze consolidate in network internazionali – sostiene Logrieco – Il ruolo del pubblico è fondamentale nel sostenere la ricerca, ad esempio attraverso misure che consentono di dotare i centri di ricerca di strumentazioni all’avanguardia, come è stato fatto in Puglia negli scorsi anni; ma non sono meno cruciali le attività di informazione sui bandi europei e di formazione all’europrogettazione: sono queste occasioni che consentono di contrastare l’eccessiva polverizzazione delle proposte e di condividere conoscenze e opportunità”. (a.m.)