Il caos e le sue regole
Pare che ormai la vulgata sull’identità degli italiani sia quella che li vuole un popolo di santi, poeti, navigatori, atleti e scienziati. La cronaca degli ultimi giorni conferma questa nuova sfaccettatura del carattere nazionale, riportando in auge la solida tradizione del bel Paese nella ricerca fisica, riconosciuta, una volta di più, dall’Accademia svedese delle scienze. Il Nobel a Giorgio Parisi per la fisica è il riconoscimento a decenni di studi sul caos e i sistemi complessi e premia, insieme a lui, una genia di studiosi che attraverso il Novecento e oltre hanno innovato l’elaborazione teorica, partendo dalla meccanica quantistica, per giungere a influenzare campi assai eterogenei: dagli studi sul clima a quelli sulla diffusione virale, da quelli sociologici a quelli cosmologici.
Dovremmo innamorarci tutti della fisica. Dovremmo farlo a maggior ragione quando c’è qualcuno che ci spiega come accade che una piccola reazione alle condizioni iniziali di uno stato produca un grande cambiamento, cosa si può capire dalla perturbazione di un sistema, come il disordine è parte fondante di moltissimi processi e sistemi complessi e le interazioni sono “parte inseparabile dei fenomeni”. In fondo è ciò che ci serve sapere nella vita di ogni giorno: con le parole di un altro fisico e divulgatore italiano, Carlo Rovelli, “non possiamo separare le proprietà degli oggetti dagli oggetti interagendo con i quali queste proprietà si manifestano”[1]. Cioè, quel che definisce ogni cosa, ogni stato, perfino noi è l’interazione. Un noi disordinato, caotico, un sistema complesso, appunto.
Questa newsletter è dedicata al caos e alle sue eccentriche regole, dentro le quali gli atomi, i viventi e i pianeti analogamente interagiscono.
Le notizie di oggi: è online un nuovo report, curato a quattro mani da ARTI e Consiglio regionale della Puglia, con l’obiettivo di individuare possibili spunti di adeguamento della legge regionale sui distretti produttivi regionali. Si tratta dell’analisi di benchmarking realizzata su casi notevoli di aggregazioni di imprese in alcune regioni italiane e straniere, che è disponibile [a questo link].
Sono dieci i finalisti della Start Cup Puglia 2021 che si affronteranno nella gara di pitch durante la finale del 21 ottobre prossimo: [scoprite chi sono].
In questo numero inauguriamo una nuova rubrica, “Nautilus stories”, che propone [videoracconti] di innovazione e cooperazione nella robotica e sensoristica sottomarina: si tratta di interviste realizzate nell’ambito del progetto Interreg Italia-Croazia InnovaMare. Oggi si parte proprio da due protagonisti pugliesi, Giuseppe Girone della Diamec Technology e Gianfranco Parlangeli dell’Università del Salento.
Sempre sul tema della risorsa marina, si svolge il 27 ottobre il seminario “Financing a SMARTer ADRIAtic BLUE GROWTH as a key cohesion driver”, parte degli eventi collaterali della Settimana europea delle Regioni e delle città 2021, sulle opportunità di finanziamento europee per azioni in ambito Blue Growth.
È ancora attiva la manifestazione di interesse rivolta alle imprese che vogliano partecipare al Business Matching organizzato da Estrazione dei talenti: un incontro tra imprese innovative e i Team di potenziali startupper che partecipano ai percorsi di accompagnamento imprenditoriale offerti dalle Factory. C’è tempo sino al 15 ottobre per prenotarsi: [a questo link] tutte le informazioni per partecipare.
Per finire, è aperta un’altra call rivolta a giovani creativi pugliesi che intendano realizzare un manifesto su come immaginano il futuro in Puglia: è un’iniziativa promossa dal percorso di partecipazione Puglia ti vorrei, realizzato dalle Politiche giovanili della Regione e di ARTI. Ai vincitori, un premio di partecipazione di 200 euro e un’offerta di mentoring e portfolio review.
Questa newsletter è stata scritta ascoltando le note di Igor Stravinsky tratte dalla “Danse sacrale” nel finale de “Le sacre du printemps” hanno accompagnato la stesura di questo editoriale. Le riproponiamo nell’incisione della Berliner Philharmoniker diretta da Herbert von Karajan nel 1977 per la Deutsche Grammophon. Un concentrato di caos, con le sue regole sottili e invisibili, da cui nasce la bellezza dell’interazione tra gli strumenti.
Buon ascolto e buona lettura!
A questo link, la newsletter completa.
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© CNR, Giorgio Parisi
[1] C. Rovelli, “Helgoland”, Adelphi, 2020.