Articolo Puglia e Italia: peso dei settori economici attivi su totale dopo il DPCM 11/03/2020 e il DM Mise 25/03/2020

Puglia e Italia: peso dei settori economici attivi su totale dopo il DPCM 11/03/2020 e il DM Mise 25/03/2020

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Sulla base dei codici ATECO indicati dal Governo nei giorni scorsi, l’ISTAT ha fornito al Senato una memoria scritta che sintetizza gli effetti dei provvedimenti governativi (DPCM del 11/03/2020 e Decreto del Mise del 25/03/2020) sul sistema economico, quantificando il peso delle attività essenziali e quindi da considerarsi “attive” sull’economia nazionale, rispetto a quelle al momento “sospese”.

I fattori considerati nell’analisi sono: le unità locali, gli addetti, i dipendenti, il fatturato e la stima degli occupati dei settori economici rimasti attivi a seguito dell’emanazione di tali decreti.

Da un confronto tra i dati relativi alla Puglia e quelli relativi alla media italiana, emerge come in Puglia il peso dei settori economici attivi sia lievemente maggiore di quello dei settori sospesi, in relazione ad ognuno dei cinque fattori esaminati.

Settori attivi – Incidenza % sul totale (formato tabellare)
Settori economici Puglia Italia
Unità locali 2017 53,1 51,8
Addetti 2017 57,3 56,2
Dipendenti 2017 59,4 58,5
Fatturato 2017 60,8 57,2
Occupati (stime 2019) 69 66,7

La differenza evidenziata potrebbe essere ricondotta ad un maggior peso che in Puglia hanno attività essenziali come l’agricoltura e la filiera agroalimentare, le attività di raccolta, trattamento e fornitura di acqua, di gestione delle reti fognarie e smaltimento dei rifiuti. In Puglia inoltre, in termini di imprese attive e di addetti, sono percentualmente più frequenti rispetto alla media italiana attività quali il commercio all’ingrosso di beni di prima necessità e alcune attività professionali, come quelle legali, entrambe considerate tra le attività essenziali. Peso minore invece hanno altre attività manifatturiere essenziali a maggior contenuto di tecnologia, quali la fabbricazione di prodotti chimici e di farmaceutici.

Per ulteriori approfondimenti: https://www.istat.it/it/archivio/240199

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