Online la presentazione di ARTI al convegno “Senza contare. Le donne e il costo nascosto della dipendenza economica”
In occasione dell’evento “Senza contare. Le donne e il costo nascosto della dipendenza economica” del 26 novembre, Annamaria Fiore, coordinatrice dell’area Ricerca Economica ed Informazione Statistica di ARTI, l’Agenzia regionale per la tecnologia, il trasferimento tecnologico e l’innovazione della Puglia ha presentato un’analisi aggiornata sul rapporto tra donne, lavoro e indipendenza economica in Puglia, con un intervento dal titolo “Donne, lavoro e controllo economico: evidenze e sfide per il sistema produttivo pugliese” che intende fare luce sulla dimensione della violenza economica di genere affrontando i temi dell’occupazione femminile, della segregazione settoriale e dei connessi stereotipi, tutte sfide per un sistema produttivo realmente paritario.
Il quadro delineato mostra un fenomeno complesso, in cui permangono squilibri significativi nel mercato del lavoro, ma emergono anche segnali di dinamismo.
Secondo i dati 2024, il tasso di occupazione femminile in Puglia (27%) rimane basso molto distante dal dato italiano (38,4%) e da quello UE (49,3%) ed in linea con quello del Sud. Il divario con gli uomini è di oltre 23 punti percentuali.
La presenza femminile si concentra nei settori della PA, istruzione, sanità e sociale, mentre resta marginale in industria e ICT, con quella che si definisce “segregazione settoriale”. Infatti, in Puglia il 12,4% delle donne occupate si concentra proprio in questi comparti pubblici, contro il 10% degli uomini.
Significativa anche la precarizzazione di genere: i contratti brevi (meno di un anno) coinvolgono il 10,2% delle donne rispetto al 6,8% degli uomini.
Anche il part-time è spesso “costrittivo”: l’incidenza del part-time femminile, che in Puglia oscilla tra il 54,6% e il 59,6% del totale dei lavoratori part-time, evidenzia come la riduzione dell’orario sia ancora largamente influenzata da esigenze di cura e non da scelte volontarie.
Una presenza stabile e costante delle donne è quella nelle imprese: la Puglia conta 77.558 imprese femminili al 30 settembre 2025, in crescita di 185 unità rispetto al trimestre precedente.
Oggi, il 23,7% delle imprese pugliesi è guidato da donne, e il 6,7% delle imprese femminili italiane è pugliese.
In particolare, poi, il 5-6% delle startup e PMI innovative femminili italiane ha sede in Puglia, confermando una presenza crescente nell’ecosistema dell’innovazione.
Il dato segnala un risultato importante rispetto a politiche adottate di accesso facilitato a strumenti di creazione di impresa, in particolare innovativa, ed un possibile potenziale da valorizzazione ulteriore attraverso politiche dedicate, accesso facilitato agli strumenti finanziari e rafforzamento delle competenze digitali.
Sul piano degli stereotipi, si registra che il 63% dei pugliesi condivide almeno uno stereotipo tradizionale di genere e il 31% riporta almeno un comportamento stereotipato all’interno della coppia. Questi fattori culturali incidono direttamente sulle scelte formative, professionali e sulla partecipazione al mercato del lavoro.
Il quadro evidenziato mette in luce alcune priorità strategiche su cui agire:
- alfabetizzazione finanziaria: in Italia il punteggio delle donne (52/100) è inferiore alla media OCSE (61/100)
- gender mainstreaming nelle politiche industriali, digitali e dell’innovazione
- ambienti di lavoro paritari, anche attraverso una più equa gestione dei permessi parentali
- azioni culturali e formative contro stereotipi e violenza economica
- presidio informativo costante: raccolta e diffusione di dati su occupazione, divari settoriali, accesso ai ruoli apicali e alle opportunità imprenditoriali.
In allegato la presentazione completa.
27 Novembre 2025
Ultimo aggiornamento
27 Novembre 2025, 09:48