Articolo Relazioni della Puglia con Ucraina e Russia: interscambio commerciale e presenza di lavoratori stranieri

Relazioni della Puglia con Ucraina e Russia: interscambio commerciale e presenza di lavoratori stranieri

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La guerra in corso tra Russia e Ucraina ha ricadute importanti anche sugli scambi commerciali globali e sui movimenti di lavoratori tra i vari territori. In questa pillola si indagano l’evoluzione degli ultimi anni nell’interscambio tra la Puglia e i due Paesi e i più recenti flussi di assunzioni e movimenti di lavoratori russi e ucraini verso la regione italiana.

Nel quadriennio 2017-2020, in Puglia sono giunte dall’Ucraina merci per un controvalore annuo compreso tra i 120 e i 150 milioni di euro, mentre da qui sono state esportate merci per un controvalore compreso tra i 9 e i 18 milioni di euro, con un trend ascendente.

Nello stesso periodo, dalla regione sono transitate merci importate dalla Russia per un controvalore di 200 milioni di euro circa per anno, salvo che per l’anno 2019, dove l’import ha superato i 450 milioni di euro. L’export avviato verso la Russia a partire dal territorio pugliese, invece, si assesta tra i 45 e i 65 milioni di euro per anno.

La Puglia, quindi, è importatore netto sia nei confronti della Russia che dell’Ucraina [1].

Con riferimento alle merci scambiate, dall’Ucraina giungono essenzialmente prodotti di colture agricole non permanenti (cereali, ortaggi, etc.) e oli e grassi vegetali e animali. Nel 2020 dall’Ucraina alla Puglia sono transitati anche minerali metalliferi ferrosi, mentre si sono azzerate le importazioni di prodotti della siderurgia, prima rilevanti. Dalla Russia, invece, arrivano antracite e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio. Nel 2019, quasi un terzo delle importazioni ha riguardato il petrolio greggio.

Il transito di merci dalla Puglia verso l’Ucraina è parcellizzato tra articoli di abbigliamento, mobili, altri prodotti tessili, prodotti da forno e farinacei, altri prodotti in metallo. In Russia, invece, sono diretti a partire dalla regione articoli di abbigliamento e calzature, medicinali e preparati farmaceutici, mobili. Dal 2018 sono notevolmente aumentate le esportazioni di altre macchine per impieghi speciali.

Per quanto riguarda i lavoratori russi e ucraini in Puglia, sono numerose le assunzioni registrate nel triennio 2019-2021, soprattutto con riferimento a lavoratori di origine ucraina. Il fenomeno è ancora di maggiori dimensioni qualora si considerino altri movimenti nel mercato del lavoro, ossia proroghe e trasformazioni del rapporto.

Si rileva poi una tendenza in aumento riferita al numero di movimenti positivi nel mercato del lavoro che interessano lavoratori russi e ucraini, a parte una lieve contrazione registrata tra il 2019 e il 2020, riferibile con ogni probabilità alla emergenza pandemica.

Da notare anche la vistosa dinamica positiva di assunzioni e altri movimenti che hanno riguardato lavoratori ucraini in Puglia nel 2021 – nonostante il dato sia aggiornato sino a settembre.

Le assunzioni riguardano prevalentemente professioni non qualificate, professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, artigiani, operai specializzati e agricoltori. Se i lavoratori ucraini sono assunti prevalentemente nel settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca), i russi lo sono nelle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione. Per entrambi i casi, poi, vi è una quota prossima al 20% di lavoratori impegnati in attività di collaborazione domestica.


[1] A tale proposito, è opportuno precisare che è possibile che i dati sull’interscambio comprendano anche i flussi “di passaggio” attraverso la regione di merci prodotte in altri territori, che poi vengono avviati verso l’estero avendo come transito finale in Italia la Puglia (ad esempio attraverso i porti).

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