Articolo Ruolo dei fibroblasti isolati dal midollo osseo di pazienti con mieloma multiplo nella patogenesi e progressione tumorale

Ruolo dei fibroblasti isolati dal midollo osseo di pazienti con mieloma multiplo nella patogenesi e progressione tumorale

Salute, benessere e dinamiche socioculturali

Obiettivo generale della ricerca

Studiare il ruolo dei fibroblasti nello sviluppo, progressione e resistenza farmacologica nei pazienti con Mieloma Multiplo (MM), nei quali tali cellule potrebbero configurare un nuovo bersaglio terapeutico. Il MM è una neoplasia della serie linfoide caratterizzata da espansione clonale di plasmacellule (PCs) nel midollo osseo. Il fenotipo invasivo delle PCs è influenzato dalle interazioni con le cellule del microambiente midollare

Principali risultati prodotti

  • Database e banca campioni biologici (Database)

  • Database globale dei geni differenzialmente espressi ottenuto mediante analisi dei microarray (Database)

  • Geni coinvolti nella resistenza all’apoptosi (Rapporto)

Principale know-how prodotto

  • Dimostrazione della capacità dei CAFs di indurre in vitro lo sviluppo e la proliferazione delle cellule neoplasiche di MM, B-LNH e CM

  • Individuazione di un numero ristretto di geni da utilizzare come bersagli biologici per bloccare l’attivazione dei CAFs e la proliferazione delle cellule neoplastiche potrebbe ampliare lo spettro degli approcci terapeutici sperimentabili

  • Accrescimento della base scientifica del modello patogenetico che assegna ai CAFs un ruolo fondamentale nella resistenza all’apoptosi delle cellule neoplastiche

  • Aumento dell’efficacia delle terapie farmacologiche con il contrasto dei meccanismi di resistenza messi in atto dalle cellule neoplastiche

Sfida sociale: Prevenzione, accertamento e cura della malattia

I risultati ottenuti convergono nella definizione di possibili nuovi bersagli terapeutici o markers diagnostici/prognostici nelle malattie linfoproliferative maligne e benigne e/o autoimmuni, associate o meno a stimoli antigenici di natura virale. Ad esempio, la dimostrazione della progressiva espansione della popolazione B cellulare con fenotipo CLL-like a partire da un linfoproliferazione benigna come la crioglobulinemia mista verso una francamente maligna come il linfoma non-Hodgkin, potrebbe fornire un importante vantaggio al paziente in quanto consentirebbe una diagnosi precoce, il monitoraggio della malattia, oltre a fornire un potenziale bersaglio terapeutico. Infatti, i risultati hanno dimostrato che i pazienti con crioglobulinemia mista persistente anche dopo eradicazione del virus C dell'epatite mantengono livelli elevati di cellule CLL-like

Collaborazioni nazionali rilevanti attivate

Collaborazioni regionali rilevanti attivate

Pubblicazioni

Russi Sabino

MED/09 Medicina interna

Dipartimento di Scienze biomediche ed Oncologia Umana

Università degli Studi di Bari "Aldo Moro"